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Cosa significa post-produzione in fotografia?

Spesso mi ritrovo a spiegare che il lavoro di fotografo per come lo intendo non si limita solo a registrare una realtà cercando di coglierne un attimo particolare.

Cerco di spiegare che secondo me una fotografia è sempre l’interpretazione di una realtà che ciascuno di noi vede e vive in modo soggettivo.

Quando si scatta una foto, questa viene registrata da un sensore digitale, fino a qualche anno fa, da una pellicola.

Questo però è solo l’inizio di un lungo percorso che l’immagine deve fare prima di arrivare ad essere la fotografia che comunica davvero ciò per cui è stata creata.

Pre e post-produzione quando c’era la pellicola…

Quando si lavorava con le pellicole si stava molto attenti a quale utilizzare, perchè ognuna aveva delle sue peculiarità che ne delineavano il suo carattere. C’erano le pellicole morbide, quelle più dure, c’erano poi quelle a toni freddi e quelle a toni caldi, quelle a grana fine e quelle a grana grossa, quelle che enfatizzavano i colori del verde e quelle che enfatizzavano i colori della pelle e così via. Il trattamento chimico che si applicava, condizionava anch’esso il risultato finale. Nel bianconero per esempio avevo un libricino dove segnavo il tipo di sviluppo, iI tempi, l’agitazione, per ciascun tipo di pellicola utilizzata.

Per non parlare poi della fase finale: La Stampa.

Questa poteva essere nuovamente interpretata in tanti modi diversi: basso contrasto, alto contrasto, toni caldi o freddi ecc.

Tutte queste variabili portavano a dei risultati che per chi voleva averne il controllo, dovevano essere gestiti consapevolmente, dalla scelta iniziale della pellicola fino al lavoro finale di stampa.

Post-produzione oggi con la fotografia digitale

Con I sensori digitali le cose non sono cambiate tantissimo. Apparentemente sembra tutto più semplice: ci sono I programmi di elaborazione delle immagini e di fotoritocco che dovrebbero permettere tutte queste cose. Ebbene Ni.

Quello che dimenticavo di specificare è che un fotografo professionista non lavora mai a caso.

Ricordo che quando scattavo con le mie vecchie macchine a pellicola non potevo guardare il display per vedere com’era “uscita” la fotografia ma sapevo esattamente cosa sarebbe saltato fuori.

Oggi con I sensori digitali è un po’ più semplice perchè si può verificare subito se uno scatto è venuto bene o male, ma la fotografia finale non è quella che salta fuori nello scatto nudo e crudo.

Il frutto di uno scatto fotografico è solo l’inizio di una serie di lavorazioni dove le tante variabili del processo, contribuiscono al risultato finale.

La previsualizzazione in fotografia

Quando si scatta una fotografia il sensore deve poter registrare tutte le informazioni utili per l’immagine che il fotografo ha già previsualizzato. Però una volta arrivati a casa, quell’immagine non è ancora pronta, ancora non esiste, esiste solo nella mente di chi l’ha scattata. I toni si possono ammorbidire o contrastare, le dominanti ugualmente possono passare dal caldo al freddo.

Allora qual’è la fotografia giusta?

NON esiste la fotografia giusta!

La fotografia è un’interpretazione della realtà ma non è la vera realtà.

Nemmeno la fotografia di una perizia su un’auto incidentata è semplicemente la realtà vera di quello che si vede. Anche in un’auto incidentata a seconda di come faccio la foto, posso far minimizzare il danno, quasi farlo scomparire, oppure enfatizzarlo al massimo, a seconda di come sfrutto la luce e il punto di ripresa.

A maggior ragione le persone che non sono statiche ma hanno mille espressioni.

Allora cosa porta un fotografo a fare la foto in un modo anziche in un altro?

Quì posso solo iniziare a parlare in particolare di quella che è la mia visione della fotografia, quindi in termini sempre più soggettivi.

Pensare di riportare nel modo più reale possibile la realtà è cosa per me insensata.

Io vedo la realtà in modo diverso da come la vedono gli altri.

Quindi per me la realtà è quella che vedo col mio occhio, col mio cervello e con la mia sensibilità.

Mi conforta sapere di non essere il solo a pensarla così…

È un’illusione che le foto si facciano con la macchinasi fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.

Henri Cartier-Bresson

Qualunque cosa o persona fotografi, penso sempre prima a cosa voglio ottenere. Cosa voglio far risaltare.

Fare un ritratto per esempio significa riprendere una persona e cercare di raccontare attraverso una fotografia o una serie di fotografie, quella che è l’essenza di una persona, o almeno, quello che io percepisco e vorrei raccontare di quella persona.

La post-produzione

Torniamo alla post-produzione quindi:

Oggi si lavora con I sensori digitali e il risultato finale come ho già detto è il frutto dell’elaborazione di un’immagine grezza, da parte di diversi programmi di elaborazione fotografica.

In teoria quindi da una foto si possono ottenere mille varianti ma una sola è quella che mi ha portato a fare quello scatto.

L’esperienza maturata nel mondo della pellicola e della stampa, mi ha aiutato a gestire i programmi di elaborazione delle immagini in modo molto naturale, in effetti per me che lavoravo già con stampatrici gestite digitalmente è stato un passaggio scontato.

Ho seguito tutta l’evoluzione della tecnologia digitale. Ricordo che con ansia aspettavo il momento in cui la qualità sarebbe stata soddisfacente per iniziare ad usarla nell’attività del mio studio fotografico.

Oggi non rimpiango la pellicola anche se ogni tanto guardo le mie Hasselblad con un po’ di nostalgia.

Non la rimpiango perchè il succo, l’anima della fotografia, non è cambiata, sono cambiati solo gli strumenti.

Siccome la fotografia non è registrazione della realtà ma riproduzione della realtà come noi la vediamo, il risultato finale di una fotografia è dato da chi la crea.

Laura+Corrado

Oggi stavo scaricando le fotografie del matrimonio di Laura e Corrado e mentre le scaricavo mi sono divertito ad interpretare in modo diverso un ritratto di Laura.

Questo è un esercizio che faccio spesso, quando inizio a lavorare su un matrimonio, faccio prima uno studio su quali caratteristiche di post-produzione dare a tutto il lavoro.

In base a come ho visto io il matrimonio, in base a come penso gli sposi volessero vivere il loro giorno speciale, modifico tutti quei parametri che mi permettono di caratterizzare ogni singolo lavoro. Una volta stabilito il carattere da dare ad un lavoro, quello è il carattere di quel matrimonio, di quella coppia. Quella è la post-produzione che con il mio stile, il mio occhio, ho creato per loro.

Per capire meglio cosa intendo quindi per post-produzione e come è possibile interpretare in modo diverso ogni singola immagine, ho fatto uno slideshow con diverse interpretazioni di un ritratto di Laura.

E tu quale pensi sia il vero volto di Laura?

Laura

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